L’IMU, acronimo di Imposta Municipale Unica, riunisce le diverse imposte locali in un’unica tassa. Introdotta con la legge n. 147 del 27 dicembre 2013, ed entrata in vigore il 1º gennaio 2014, sostituisce la vecchia ICI (Imposta Comunale sugli Immobili) e alcune parti dell’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) relative agli immobili.
Esente per la prima casa, cioè l’abitazione principale in cui si risiede, a patto che non si posseggano altre abitazioni nello stesso comune, è invece dovuta per le seconde case. Ecco come funziona.
Perché si paga l’IMU sulla seconda casa
La Legge prevede che l’IMU si applichi a tutti gli immobili diversi dalla prima casa, che è generalmente considerata l’abitazione principale in cui il contribuente risiede.
Le ragioni per le quali si paga l’IMU sulla seconda casa sono principalmente di natura fiscale e contributiva. L’IMU è un’imposta locale che contribuisce alle entrate dei Comuni, e la tassazione sulla seconda casa è stata implementata per diversificare le fonti di reddito comunali e per garantire una maggiore equità nella distribuzione degli oneri fiscali.
In altre parole, mentre la prima casa può beneficiare di esenzioni o aliquote ridotte a fini di tutela sociale, la tassazione sulla seconda casa è considerata una fonte di entrate più “disponibile” e può quindi essere soggetta ad aliquote più elevate.
Come calcolare l’IMU sulla seconda casa
La formula per il calcolo dell’IMU è la seguente:
rendita Catastale + 5% x coefficiente catastale
La rendita catastale è un valore assegnato a ogni immobile dal Catasto, e serve come base imponibile per calcolare l’IMU: puoi trovarlo nella visura catastale dell’immobile o presso l’Agenzia delle Entrate. Il coefficiente catastale varia invece in base alla categoria catastale dell’immobile.
Per le abitazioni private, appartenenti alle categorie catastali da A1 ad A/9 e A/11 (abitazioni signorili, civili, economici, popolari, ultrapopolari, rurali, villini, ville, castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici, alloggi tipici dei luoghi), il coefficiente catastale è 160.
Alla cifra così ottenuta bisogna applicare l’aliquota IMU, che viene stabilita dallo Stato ma che i Comuni hanno la possibilità di aumentare o diminuire entro un certo margine. Nel 2023, per le seconde case era dello 0,86%.
Quando non si paga l’IMU sulla seconda casa
L’IMU può essere ridotta del 50% qualora la seconda casa dovesse essere inagibile o inabitata: per farlo, è necessario farne esplicita richiesta (a meno che la condizione di inagibilità sia perfettamente noto al Comune, come stabilito da una sentenza della Corte di Cassazione nel 2021).
Inoltre, di recente, la Corte Costituzionale ha cambiato i requisiti che fanno di una casa la “seconda casa”. Essa può tornare ad essere considerata abitazione principale qualora due coniugi non abbiano residenza anagrafica e dimora abituale nella stessa casa. Se il marito è proprietario di una casa a Roma dove vive abitualmente e ha la residenza, mentre la moglie vive abitualmente a Milano in un immobile di sua proprietà, entrambe le case sono esenti dall’IMU.
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