Un’altra tassa di cui vogliamo parlare è la TARI, la tassa relativa ai servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Sebbene spesso percepita come un semplice obbligo burocratico, la TARI riveste una fondamentale importanza nell’ecosistema urbano, finanziando servizi essenziali per la pulizia e l’igiene delle nostre città.
In questo articolo, ci immergeremo nei dettagli di questa tassa, cercando di comprendere la sua natura, il suo calcolo e le sue implicazioni per proprietari e inquilini.
Cos’è la TARI
Quando si utilizza il termine TARI si identifica la tassa rifiuti, quel contributo che fa parte dell’IUC (Imposta Unica Comunale) insieme a TASI (Tributo per i Servizi Indivisibili) e IMU (Imposta Municipale Propria).
Nello specifico la TARI è stata introdotta nel 2014, con la legge n. 147/2013, per sostituire i tributi dovuti ai comuni da parte dei cittadini, al fine di offrire loro un servizio per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani.
Affinché si debba pagare la TARI è necessario possedere o detenere un’area scoperta oppure un locale in cui vi è una produzione di rifiuti urbani. Sia la destinazione d’uso residenziale, industriale, commerciale o altro, l’immobile è soggetto al pagamento della tassa se è utilizzabile. Un’abitazione inutilizzata, che non necessita del servizio pubblico di nettezza urbana, può essere esclusa da tale imposta.
La TARI è un’imposta che bisogna pagare nel momento in cui vengono generati rifiuti urbani. Il pagamento della TARI in alcuni casi è soggetto a riduzioni o esenzioni per alcune categorie di immobili e soggetti. Così come i pagamenti avvengono in base alle scadenze stabilite dal Comune di riferimento.
Chi ha l’obbligo di pagare la TARI
Tutti gli immobili, locali, aree scoperte che vengono usate e producono rifiuti urbani sono soggetti al pagamento della TARI. Oltre alle persone fisiche, anche aziende ed Enti che impiegano immobili all’interno del Comune di riferimento hanno l’obbligo di versare la cifra calcolata per l’imposta dei rifiuti.
Tale tassa deve essere pagata anche se il servizio di raccolta dei rifiuti urbani nel proprio Comune è insufficiente oppure non effettuato, in questo caso vi è una soggetta negligenza della propria amministrazione.
Spesso si confonde il possessore dell’immobile con l’utilizzatore dello stesso, inducendo i locatori a discussioni su chi debba pagare realmente la tassa. Il soggetto passivo della tassa dei rifiuti è chi produce i rifiuti urbani, cioè l’utilizzatore, ma nella condizione in cui l’immobile fosse utilizzato per meno di sei mesi, la tassa dovrebbe essere pagata dal solo proprietario.
Per i centri commerciali, siano essi multiproprietà oppure integrati, è il titolare dell’immobile a pagare la TARI, mentre la responsabilità del pagamento tributario e della presentazione della dichiarazione vertono sull’amministratore sia per i locali esclusivi che comuni.
Chi è esente dal pagamento della Tari o ha diritto a riduzioni
Sebbene chi è in possesso di un immobile o di un’area in cui vengono prodotti rifiuti urbani debba necessariamente pagare la TARI, in alcuni casi vi sono delle riduzioni oppure delle esenzioni.
Tra queste figurano tutte quelle aree scoperte accessorie o pertinenziali ai locali tassabili che non sono operative, così come le aree comuni all’interno dei condomini che non sono né occupate né detenute in via esclusiva.
Anche gli immobili in stato di completo abbandono, che risultano inutilizzabili e privi di utenze, sono esenti dal pagamento della tassa sui rifiuti. Così come tutti i soggetti che detengono per un periodo limitato l’abitazione, nello specifico: sei mesi.
Ulteriore categoria esente dal pagamento della TARI riguarda i possessori di immobili che risiedono in un Paese diverso dall’Italia, condizione che rende loro impossibile la produzione di rifiuti urbani durante l’anno.
Anche i soggetti che trasportano direttamente i rifiuti generati al sito di smaltimento sono esenti dal pagamento della tassa, anche se in questo caso è indispensabile che il trasporto avvenga alla discarica del Comune di residenza e non al più vicino.
Si possono ottenere delle riduzioni sul costo della TARI anche per le abitazioni con un unico occupante, in questo caso però l’aliquota è legata al Comune di riferimento e alla posizione geografica del proprio immobile.
Bisogna considerare tra le categorie che possono ottenere una riduzione o un’esenzione della tassa anche i locali o le abitazioni che vengono utilizzati stagionalmente oppure per un periodo limitato di tempo. Nella condizione in cui si affittasse il proprio appartamento per un periodo discontinuo, l’utilizzatore non dovrebbe versare alcuna tassa.
Rientrano nella casistica di riduzione oppure esenzione anche: disabili, beneficiari della legge 104 e invalidi, rispettando i requisiti minimi del proprio Comune.
Quante volte l’anno di paga la TARI
Ogni Comune ha regole diverse sul pagamento della tassa sui rifiuti, ma nella gran parte dei casi le scadenze per il pagamento da rispettare sono principalmente due: un primo versamento di acconto entro la fine di aprile e un secondo versamento entro la fine di luglio. Alcuni comuni consentono anche il pagamento i tre versamenti, il terzo da effettuare entro la fine dell’anno.
I comuni più grandi suddividono il pagamento in due rate, acconto e saldo, con una scadenza semestrale. Il Comune definisce le scadenze delle rate e il periodo entro il quale è possibile effettuare il pagamento. Le città più piccole permettono di aggiungere altre due rate, dilazionando la tassa per tutto l’anno.
Come si paga la Tari
Verificato il numero di rate da versare al Comune è importante eseguire il pagamento secondo le modalità conformi. La TARI può essere pagata utilizzando tre sistemi principali: bollettino postale, MAV e modello F24.
Il bollettino postale può essere gestito in un punto Poste Italiane, nei tabaccai abilitati oppure con l’applicazione di Poste sul proprio smartphone. Mentre il MAV può essere pagato in banca oppure con la propria applicazione bancaria.
Le tre modalità di pagamento arrivano usualmente via posta già compilate, ma anche in questo caso dipende dal Comune di residenza. Su ogni modulo vengono specificate le modalità con cui si può procedere al pagamento, sebbene possano differire per ogni Comune, nella gran parte dei casi ricadono su queste tre possibilità.
Come si calcola la TARI
Affinché si possa effettuare il calcolo della TARI è indispensabile considerare due componenti: quota fissa e quota variabile.
La quota fissa si calcola moltiplicando i metri quadri dell’abitazione per il numero di persone che la occupano. Nel caso in cui i contribuenti non fossero residenti, il numero di occupanti verrebbe calcolato in modo specifico: un occupante per locali fino a 45 mq, due occupanti per locali fino a 60 mq, tre occupanti per locali fino a 75 mq e quattro occupanti per locali oltre i 76 mq.
Alla quota fissa deve essere aggiunta anche la quota variabile, che ha lo scopo di coprire i costi del servizio per la raccolta dei rifiuti urbani, oltre che lo smaltimento e il trasporto in discarica. Il costo di tale quota dipende dalla città di riferimento e dai servizi offerti durante la raccolta dei rifiuti. Possono incidere sul calcolo della TARI gli elementi: nucleo familiare, quota provinciale, periodo di riferimento e dati catastali.
Affinché si possa effettuare un calcolo preciso della quota variabile è opportuno consultare il regolamento comunale, evitando in questo modo spiacevoli costi aggiuntivi imprevisti.
Cosa succede se non si paga la TARI
Qualora venga eseguito un pagamento in ritardo o non venga proprio pagata, si presentano diverse conseguenze.
Un pagamento in ritardo comporta una sanzione amministrativa, il cui importo dipende dal ritardo con cui si esegue il versamento. Usualmente un ritardo di due settimane comporta una mora del 0.2% per ogni giorno di ritardo; un ritardo di dodici mesi invece riscontra una mora del 30%.
Se non si effettua il pagamento e la TARI equivale a una somma superiore a 30 mila euro, si sfocia nell’evasione fiscale, condizione che induce a pene severe come la detenzione. Il Comune può anche richiedere il pignoramento dei beni del debitore, velocizzando l’iter con l’esecuzione forzata coatta.
Se non si pagano le tasse sui rifiuti, le pene e le aliquote morose vengono calcolate dal Comune di riferimento.
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