Oggigiorno, il condominio si configura come uno spazio pubblico dove possono accendersi diverse discussioni su qualsiasi tema; uno di questi è senz’altro l’eventuale presenza di animali domestici e le modalità per gestire la convivenza con gli abitanti dello stabile.
Purtroppo, discussioni di questo tipo potrebbero protrarsi per lungo tempo se non chiarite immediatamente: ecco perché diviene fondamentale esaminare la normativa legislativa che regolamenta la presenza di animali domestici in un condominio per favorire una convivenza efficace.
In questa breve guida, esaminiamo in modo dettagliato questo argomento molto delicato, partendo con l’analizzare ciò che dice la legge, per poi vedere quali animali si possono tenere in condominio e alcuni suggerimenti per gestire la loro presenza.
Animali in condominio: cosa dice la legge italiana
La normativa italiana a questo riguardo è molto chiara: l’art. 1138 del Codice Civile, modificato nel giugno 2013, sancisce che è illegale vietare o negare il possesso e l’accesso agli animali negli spazi condominiali. Da ciò si deduce che, nel caso in cui l’assemblea indetta dal condominio dovesse approvare una norma diametralmente opposto a tale legge, gli abitanti di un condominio hanno la facoltà di rivolgersi al Giudice di Pace entro i 30 giorni dalla ricevuta del verbale dell’assemblea.
Nel caso in cui il divieto di possesso e accesso agli animali nel condominio non si è configurato come un ordine del giorno alla base dell’assemblea condominiale, la decisione finale viene annullata seduta stante e sarà sufficiente recapitare una raccomandata che attesti quanto avvenuto all’amministratore.
Che dire degli immobili in locazione? La norma legislativa, a questo riguardo, specifica che se il locatore stabilisce il divieto di possesso di animali nell’appartamento e il conduttore ne prende visione e accetta la clausola, il contratto manterrà il suo valore legale. A conferma di ciò, è bene ricordare che il contratto di locazione altro non è che un accordo scritto tra due sole parti: perciò, la normativa legislativa riguardante l’illegalità del divieto di possesso e accesso di animali domestici in condominio non è valida.
Tuttavia, il singolo condominio potrebbe stilare dei regolamenti interni che gestiscano il comportamento che il proprietario di un animale domestico dovrebbe rispettare: quali?
Animali in condominio e regolamenti dei singoli condomini
Oltre alla normativa legislativa, il singolo condominio potrebbe varare dei regolamenti interni che vadano a migliorare la convivenza tra gli esseri umani e gli animali domestici. Ad esempio, una delle regole molto spesso sancite riguarda il divieto di circolazione degli animali negli spazi comuni dello stabile, come l’androne, le scale o il pianerottolo.
Non solo, i proprietari di animali domestici potrebbero dover avere l’obbligo di tenerli al guinzaglio specialmente in presenza di persone anziane, bambini o soggetti particolarmente sensibili. Nei casi in cui l’animale dovesse essere particolarmente aggressivo, il condominio potrebbe approvare l’obbligo della museruola quando l’animale è fuori dalla sua abitazione.
Alcune regole condominiali, inoltre, potrebbero prevedere le norme di pulizia degli spazi comuni: sarebbe compito del padrone ripulire l’area del giardino condominiale o del cortile sporcata dall’animale domestico avendo il buon senso di portarsi sempre dietro una paletta e dei sacchetti.
La responsabilità del padrone ricade anche qualora l’animale dovesse arrecare danni ad oggetti o a persone, rispondendo direttamente per lesioni agli esseri umani o risarcendo il danno al condominio.
Infine, il regolamento condominiale interno potrebbe insignire il proprietario di un animale del compito di garantire il rispetto della quiete nelle ore notturne o pomeridiane.
Quali animali è possibile tenere in condominio
Possedere un animale domestico è senza dubbio fonte di felicità e di compagnia, specialmente per chi vive da solo o per coloro che hanno sempre avuto al loro fianco un amico a quattro zampe. Tuttavia, la legge regolamenta anche il possesso di specifiche tipologie di animali, consentendo di tenerne alcune a discapito di altre più particolari.
Ad esempio, gli animali permessi sono innanzitutto quelli definiti “domestici“: tra essi si annoverano i cani, i gatti, vari tipi di uccelli, i pesci, i criceti e i conigli. Tuttavia, sono consentite anche altre specie più particolari, come il furetto, il cincillà, alcune razze di serpenti, l’iguana, il merlo indiano, il riccio, il pappagallo, la tartaruga di terra e il geco.
Che dire degli animali esotici? Fondamentalmente, alcune specie esotiche sono consentite, ma il proprietario ha la responsabilità di accertarsi che esse siano annoverate nell’elenco degli animali che la Convenzione di Washington include.
In linea generale, il padrone di un animale domestico consentito deve sempre avere in mente l’obbligo di tutelare la salute dell’animale e di chi gli sta intorno, in modo tale da non ledere in alcun modo la convivenza civile all’interno del proprio condominio.
Quali animali non è possibile tenere in condominio
Come già menzionato precedentemente, la Convenzione di Washington redatta nel 1963 e in vigore dal 1 luglio 1975 negli Stati Uniti e dal 19 dicembre dello stesso anno in Italia, stila un precisissimo elenco di tutte le specie animali vietate e permesse nella propria abitazione. In linea generale, tale convenzione va a regolamentare anche il commercio e l’esportazione di flora e fauna selvatiche che possiedono la seria minaccia di estinzione.
Alla luce di ciò, il documento include le seguenti 3 appendici riguardanti il possesso nella propria abitazione di circa 36.000 specie animali:
- elenco delle specie a rischio estinzione;
- lista delle specie commerciabili ma solo sotto il ligio rispetto di alcuni requisiti;
- elenco delle specie protette a livello statale.
La categoria di specie animali maggiormente vietate per l’uso domestico è riconducibile agli animali selvatici; tra questi figurano gli orsi, i lupi, i castori, i cinghiali, le volpi, le marmotte e i cerbiatti. Leggi anche questo articolo se ti interessa sapere i rischi che si corrono in caso di detenzione di animali selvatici.
Il decreto ministeriale italiano sull’ambiente del 1996, inoltre, vieta il possesso di tutti quegli animali ritenuti pericolosi dalla massa, come gli elefanti, le tigri, le scimmie, alcune specie di serpenti come la vipera o il mamba, ma anche le lontre, le iene e gli alligatori.
Consigli per tenere un animale in condominio
È buona norma per un proprietario di un animale domestico seguire alcuni piccoli consigli e suggerimenti per tenere il proprio amico peloso in condominio onde evitare dissapori o contenziosi con gli altri abitanti dello stabile. Ad esempio, sarebbe opportuno ricorrere sempre all’ausilio del guinzaglio corto quando l’animale è negli spazi comuni, portando anche la museruola nel caso in cui dovesse essercene bisogno.
Inoltre, è consigliabile anche registrare regolarmente l’animale al rispettivo ufficio anagrafico dotandolo anche di microchip se consentito, nonché vaccinandolo e sottoponendolo ai trattamenti antiparassitari che gli competono.
È sempre una buona scelta portarsi paletta e sacchetti quando si porta a spasso il proprio animale, avendo anche l’accortezza di pulire la cuccia o la gabbia in modo da evitare odori molesti in grado di disturbare la quiete dei vicini.
Gestire la convivenza tra vicini e animali in condominio
Gestire al meglio la convivenza civile tra il proprio animale e i vicini permette di garantire il rispetto reciproco tra gli esseri umani avendo a cuore anche il benessere dello stesso animale.
È chiaro che ogni animale ha bisogno dei suoi spazi per poter vivere bene; tuttavia, è buona norma fare in modo che questa necessità si adatti al meglio alle esigenze dei vicini. Pertanto, sarebbe opportuno evitare di lasciare negli spazi comuni tracce di cibo che potrebbero attirare i randagi della zona e creare varie problematiche; in alternativa, si potrebbe riservare dello spazio per le ciotole d’acqua o predisporre delle aree nelle quali l’animale potrebbe trovare riparo.
Non lasciare mai che il proprio animale domestico si aggiri da solo negli spazi condominiali è senza dubbio una forma di rispetto per la convivenza con i vicini, esattamente come l’appartarsi per permettere all’animale di svolgere i suoi bisogni senza disturbare gli altri.
Applicando queste buone norme di convivenza civile si potrà garantire il rispetto e far si che la presenza dell’animale possa passare del tutto inosservata!
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